TRAUMATOLOGIA
I traumi della spalla esitano principalmente in lussazioni e/o fratture.
Le fratture dell’omero prossimale rappresentano la grande maggioranza delle fratture della spalla.
Naturalmente è necessario procedere ad una classificazione della frattura perché sulla base di essa viene poi impostata la terapia e la prognosi della frattura stessa
Le classificazioni sono molte e strutturate in modo diverso, ma quasi tutte considerano in genere
quattro parti principali dell’epifisi prossimale dell’omero e cioè: testa omerale, trochine, trochite, diafisi omerale. Nella nostra Unità Operativa utilizziamo la classificazione di Hertel, in parte rivista secondo la nostra esperienza.
In base alle linee di frattura ed al numero dei frammenti si stabilirà la terapia innanzi tutto incruenta o cruenta e poi in caso di terapia chirurgica si valuterà se procedere ad una sintesi di minima, o cruenta con placca e viti, o protesi o altro. Le fratture del collo anatomico sono rare ma hanno in genere una prognosi infausta per la completa distruzione dell’apporto ematico che si verifica. Le fratture del collo chirurgico sono più frequenti ed in genere hanno una prognosi più favorevole anche se a volte anche in questo caso la vascolarizzazione della testa può risultare compromessa.
Ovviamente fratture a più frammenti e per di più scomposti, rappresentano sicuramente l’evenienza più grave e di difficile trattamento caso per caso andranno valutati l’età del Pz., le condizioni generali dello stesso, la sua richiesta funzionale, la tipologia della frattura, la qualità ossea. La valutazione di tutte queste variabili potrà agevolare la formulazione della corretta indicazione terapeutica.
In relazione alle lesioni ossee è possibile che si sviluppino anche lesioni delle parti molli nello specifico della cuffia dei rotatori che ovviamente andranno valutate caso per caso per una eventuale riparazione.
Il trattamento incruento viene riservato ai casi in cui non c’è scomposizione dei frammenti e/o in Pz di età avanzata con un quadro clinico molto compromesso da sconsigliare l’intervento.
la terapia chirurgica deve essere accuratamente valutata in relazione all’età del Pz e la tipologia della frattura.
Fratture a due e/o tre frammenti in Pz giovani prevedono interventi di osteosintesi con placca e viti e se possibile precoce mobilizzazione (10/15 gg), è ovvio che in pz più anziani con cattiva qualità d’osso sarà necessario un periodo d’immobilizzazione più lungo. Tali fratture in Pz molto anziani |